Swing: Storia e Balli

Balli Swing: Dal Blues al Boogie passando per il Balboa e lo Shag

UN VIAGGIO AFFASCINANTE ALLA SCOPERTA DEI BALLI SWING

Abbiamo già visto come dal Breakaway e dal Charleston sia nato il Lindy Hop. (Leggi qui)

Adesso faremo un viaggio alla scoperta degli altri balli che fanno parte del mondo swing, come si sono sviluppati e le loro caratteristiche.

  • UN TUFFO NEL BLUES, IL BALLO DELLE ORIGINI
  • IL VINTAGE JAZZ, TUTTO IL POTERE ALL'IMPROVVISAZIONE
  • SOGNANDO CALIFORNIA: L'ELEGANZA DEL BALBOA
  • IL COLLEGIATE SHAG, DAGLI STUDENTI AI CARTOONS
  • BOOGIE WOOGIE: DAI SOLI PASSI AL ROCK & ROLL

UN TUFFO NEL BLUES, IL BALLO DELLE ORIGINI

Sempre a cavallo tra l’800 e il ‘900 va collocato lo sviluppo del Blues, che si può ballare sia da soli che in coppia, con movimenti naturali fortemente legati alla terra e naturalmente di chiara influenza africana, con una forte componente giocosa e gioiosa.
Inizialmente si definiva Jookin e veniva ballato nei Juke joints, piccoli locali di svago e riposo per i lavoratori neri: aveva come musica di riferimento il delta blues; poi, durante la Swing Era, su piste decisamente più grandi, si impose lo slow drag/ballroomin, che aveva come musica di riferimento lo slow swing e una forma più jazzata di blues. Quanto allo stile, è caratterizzato dalla posizione in “close embrace” (danza abbracciata o posizione chiusa), postura eretta e ampie camminate.

IL VINTAGE JAZZ, TUTTO IL POTERE ALL’IMPROVVISAZIONE

Il Vintage Jazz ha anch’esso la sua origine nella cultura delle prime comunità afroamericane stabilitesi nella zona di Harlem, a New York.
Quando si parla del Vintage Jazz – anche conosciuto come Vernacular, Authentic Jazz o, a volte, come Original Jazz – ci si riferisce al ballo Jazz degli anni ‘20, ’30 e ‘40 che, al contrario del “modern jazz dance”, contemporaneo, non ha subìto ovviamente influenze di passi e tecniche di balli successivi.

Il Vintage Jazz, si balla da soli e la sua esecuzione avviene attraverso l’improvvisazione o le coreografie. Le sue principali caratteristiche sono l’individualità e il ritmo: ogni ballerino è libero di esprimere la propria personalità sviluppando uno stile individuale. Si caratterizza per i movimenti in basso, cioè è incentrato sull’utilizzo delle gambe; questo vale in particolare per il Solo Charleston. Il resto del corpo ne acquista in leggerezza finendo per restituire al ballerino un’espressione disincantata e ludica. I movimenti risultano nel complesso molto ritmici e spesso influenzati dal Tip Tap.

Se ballato da soli può avere questo stile libero e improvvisato, le sue coreografie hanno invece nomi e caratteristiche codificati e universalmente riconosciuti nel mondo Swing, come lo Shim Sham Shimmy, la Big Apple e il Tranky Doo

SOGNANDO CALIFORNIA: L’ELEGANZA DEL BALBOA

Tra gli anni ’20 e gli anni ’30 il ballo Swing “rimbalzò” dalla Costa Est fino all’Ovest degli Stati Uniti. Da New York fino a Orange County, nel Sud della California, dove nacque il Balboa. Lo stile Balboa prende il nome dalla Balboa Peninsula e nella sua forma originale (Pure Balboa o Pure-Bal) si differenzia dal Lindy Hop perché viene ballato in posizione completamente chiusa, petto a petto e postura eretta.
Anche qui, comunque, il ritmo è particolarmente veloce e il footwork, ovvero lo spostamento del peso e le variazioni dei piedi, davvero elaborato. La distanza ravvicinata e la postura che ne consegue contribuiscono a renderlo un ballo molto elegante, seppur ugualmente veloce. Caratteristica che ha motivazioni precise e curiose: le sale da ballo della California di quegli anni, infatti, erano così sovraffollate e avevano delle regole così rigide che i ballerini per non urtarsi e creare problemi erano costretti ad occupare meno spazio possibile, stando quindi più stretti fra loro. Su quelle piste stracolme non c’era spazio per i “kick” tipici del Charleston. Si assiste insomma alla nascita di uno stile a sé per motivi contingenti, derivanti però da un successo crescente di praticanti e di pubblico.

Nel Balboa dunque i piedi dei ballerini si muovono sempre in sintonia, senza giri oppure momenti dinamici di spazio fra le coppie. Il passo base è su 8 tempi suddivisi in 2 momenti di 4 tempi. La maggior parte dei movimenti è svolta dai piedi con variazioni del ritmo piuttosto rapide, anche se si può ballare a ritmi più lenti. Accanto al Pure Balboa si sviluppò comunque il Bal-Swing, una versione del Balboa più dinamica che lascia spazio fra le coppie includendo movimenti come giri, dips, tricks e aerials.

IL COLLEGIATE SHAG, DAGLI STUDENTI AI CARTOONS

Il Collegiate Shag può essere definito come un’emanazione diretta del Charleston. Si contraddistingue per un ricco vocabolario di movimenti provenienti da diversi balli originari afroamericani.
Divenne popolare negli anni ’30 del secolo scorso soprattutto tra gli studenti, da cui deriva il termine Collegiate. In realtà questo ballo non era collegato a strutture accademiche, ma era diffuso tra i giovani delle varie scuole musicali, che per primeggiare inventavano figure sempre più veloci e sfrenate. Lo Shag ha infatti bisogno più di energia che di grazia.

Di solito è ballato usando un modello a 6 tempi in posizioni chiuse, anche se non mancano figure aperte. Leader e follower, nelle posizioni chiuse, si prendono la mano e la tengono in aria, sopra le loro teste.
A seconda dei ritmi lo Shag può essere suddiviso in: single, double o triple. Nel caso del collegiate shag si tratta di un double ed è conosciuto per il suo passo base, piccoli salti che creano la sensazione tipica del “dondolo” e un’alta energia nel gioco di piedi (footwork) che lo differenzia dalle altre forme dello swing e altri tipi di Shag come il “Carolina Shag” o il “St Louis Shag”.
A qualcuno i ballerini ricordano quei personaggi dei cartoons, dal coniglio Bugs Bunny a Beep Beep l’imprendibile uccello corridore di Willy il Coyote, che muovono i piedi a ritmi vorticosi, restando però rigidi, quasi impassibili, nel resto del corpo. E’ un’immagine fantasiosa e per certi versi irrealistica ma che rende bene l’idea…

BOOGIE WOOGIE: DAI SOLI PASSI AL ROCK & ROLL

Anche il Boogie Woogie è considerato a tutti gli effetti un ballo Swing. Ma ha una storia decisamente diversa dai precedenti. Non c’è dubbio sulla sua preesistenza come ritmo musicale, avendo le sue radici nel Sud degli Stati Uniti, principalmente nel Texas e in Louisiana. All’inizio del Novecento i pianisti neri dei Juke joints, i locali di svago dei lavoratori dei cantieri, specie quelli delle sempre più diffuse linee ferroviarie, cominciarono a sviluppare una forma più veloce e ritmata del Blues: differentemente dal Blues dal quale proviene, il Boogie Woogie è molto vivace, allegro e ottimista. I Juke joints si trovavano nei pressi degli accampamenti dei lavoratori ed erano molto frequentati. Ma spesso perfino sui treni c’era un pianista. Il martellante rumore delle ruote sui binari e gli sbuffi del locomotore dovettero divenire di certo un’ulteriore fonte di ispirazione ritmica. Così il Boogie è associato spesso al pianoforte, dove la mano sinistra riproduce note sincopate e ripetitive che ricordano il suono caratteristico del treno, mentre la mano destra porta le melodie, che completano e sincopano i ritmi della mano sinistra.E’ indubbio che questa musica inducesse a ballare, ma una forma di ballo codificata col nome Boogie nascerà solo molto più tardi e per giunta in Europa, sulle orme del Rock and Roll degli anni ’50. Il Boogie si balla infatti su un incalzante 4/4, che ben si presta a manovre acrobatiche di coppia. Per tantissimi anni fu definito “Rock and Roll” lo stile Boogie Woogie, ma solo per via della musica: i due balli sono oggettivamente differenti.
Fino a quel momento più che di ballo Boogie si può parlare di passi Boogie inseriti fra quelli del Lindy (boogie forward, boogie back). Accadde infatti che, specie dopo la nascita delle Big Band degli anni ’30, le ritmiche e i suoni divenissero più marcati, meno adatti ai movimenti “allungati” tipici del Lindy Hop. Il bounce più energico e più “molleggiato”, la connessione tra leader e follower più vicina e vigorosa. La componente Aerials era forte, marcato l’utilizzo del “kick”, soprattutto come variante del “triple step”.
Il risultato di questa strana evoluzione è che, come ballo codificato, il Boogie Woogie esista solo in Europa mentre il ballo più simile al Boogie Woogie praticato negli Stati Uniti è quello conosciuto con il nome di East Coast Swing, che rimane un’interpretazione standardizzata delle danze Swing degli anni ’30 e ’40.

Chi è l'autore

Vinc

Giornalista professionista e autore di quattro romanzi. Presta la sua penna e il suo inconfondibile stile di scrittura per la crescita di questo Blog.

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